
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA QUARESIMA 2023
Cari fratelli e sorelle!
I vangeli di Matteo, Marco e Luca sono concordi nel raccontare l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. In questo avvenimento vediamo la risposta del Signore all’incomprensione che i suoi discepoli avevano manifestato nei suoi confronti. Poco prima, infatti, c’era stato un vero e proprio scontro tra il Maestro e Simon Pietro, il quale, dopo aver professato la sua fede in Gesù come il Cristo, il Figlio di Dio, aveva respinto il suo annuncio della passione e della croce. Gesù lo aveva rimproverato con forza: «Va’ dietro a me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!” (Mt 16,23). Ed ecco che «sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte» (Mt 17,1).
Il Vangelo della Trasfigurazione viene proclamato ogni anno nella seconda Domenica di Quaresima. In effetti, in questo tempo liturgico il Signore ci prende con sé e ci conduce in disparte. Anche se i nostri impegni ordinari ci chiedono di rimanere nei luoghi di sempre, vivendo un quotidiano spesso ripetitivo e a volte noioso, in Quaresima siamo invitati a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi.
L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce. Proprio come ciò di cui aveva bisogno Pietro e gli altri discepoli. Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna. Questi requisiti sono importanti anche per il cammino sinodale che, come Chiesa, ci siamo impegnati a realizzare. Ci farà bene riflettere su questa relazione che esiste tra l’ascesi quaresimale e l’esperienza sinodale.
Nel “ritiro” sul monte Tabor, Gesù porta con sé tre discepoli, scelti per essere testimoni di un avvenimento unico. Vuole che quella esperienza di grazia non sia solitaria, ma condivisa, come lo è, del resto, tutta la nostra vita di fede. Gesù lo si segue insieme. E insieme, come Chiesa pellegrina nel tempo, si vive l’anno liturgico e, in esso, la Quaresima, camminando con coloro che il Signore ci ha posto accanto come compagni di viaggio. Analogamente all’ascesa di Gesù e dei discepoli al Monte Tabor, possiamo dire che il nostro cammino quaresimale è “sinodale”, perché lo compiamo insieme sulla stessa via, discepoli dell’unico Maestro. Sappiamo, anzi, che Lui stesso è la Via, e dunque, sia nell’itinerario liturgico sia in quello del Sinodo, la Chiesa altro non fa che entrare sempre più profondamente e pienamente nel mistero di Cristo Salvatore.
E arriviamo al momento culminante. Narra il Vangelo che Gesù «fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce» (Mt 17,2). Ecco la “cima”, la meta del cammino. Al termine della salita, mentre stanno sull’alto monte con Gesù, ai tre discepoli è data la grazia di vederlo nella sua gloria, splendente di luce soprannaturale, che non veniva da fuori, ma si irradiava da Lui stesso. La divina bellezza di questa visione fu incomparabilmente superiore a qualsiasi fatica che i discepoli potessero aver fatto nel salire sul Tabor. Come in ogni impegnativa escursione in montagna: salendo bisogna tenere lo sguardo ben fisso al sentiero; ma il panorama che si spalanca alla fine sorprende e ripaga per la sua meraviglia. Anche il processo sinodale appare spesso arduo e a volte ci potremmo scoraggiare. Ma quello che ci attende al termine è senz’altro qualcosa di meraviglioso e sorprendente, che ci aiuterà a comprendere meglio la volontà di Dio e la nostra missione al servizio del suo Regno.
L’esperienza dei discepoli sul Monte Tabor si arricchisce ulteriormente quando, accanto a Gesù trasfigurato, appaiono Mosè ed Elia, che impersonano rispettivamente la Legge e i Profeti (cfr Mt 17,3). La novità del Cristo è compimento dell’antica Alleanza e delle promesse; è inseparabile dalla storia di Dio con il suo popolo e ne rivela il senso profondo. Analogamente, il percorso sinodale è radicato nella tradizione della Chiesa e al tempo stesso aperto verso la novità. La tradizione è fonte di ispirazione per cercare strade nuove, evitando le opposte tentazioni dell’immobilismo e della sperimentazione improvvisata.
Il cammino ascetico quaresimale e, similmente, quello sinodale, hanno entrambi come meta una trasfigurazione, personale ed ecclesiale. Una trasformazione che, in ambedue i casi, trova il suo modello in quella di Gesù e si opera per la grazia del suo mistero pasquale. Affinché tale trasfigurazione si possa realizzare in noi quest’anno, vorrei proporre due “sentieri” da seguire per salire insieme a Gesù e giungere con Lui alla meta.
Il primo fa riferimento all’imperativo che Dio Padre rivolge ai discepoli sul Tabor, mentre contemplano Gesù trasfigurato. La voce dalla nube dice: «Ascoltatelo» (Mt 17,5). Dunque la prima indicazione è molto chiara: ascoltare Gesù. La Quaresima è tempo di grazia nella misura in cui ci mettiamo in ascolto di Lui che ci parla. E come ci parla? Anzitutto nella Parola di Dio, che la Chiesa ci offre nella Liturgia: non lasciamola cadere nel vuoto; se non possiamo partecipare sempre alla Messa, leggiamo le Letture bibliche giorno per giorno, anche con l’aiuto di internet. Oltre che nelle Scritture, il Signore ci parla nei fratelli, soprattutto nei volti e nelle storie di coloro che hanno bisogno di aiuto. Ma vorrei aggiungere anche un altro aspetto, molto importante nel processo sinodale: l’ascolto di Cristo passa anche attraverso l’ascolto dei fratelli e delle sorelle nella Chiesa, quell’ascolto reciproco che in alcune fasi è l’obiettivo principale ma che comunque rimane sempre indispensabile nel metodo e nello stile di una Chiesa sinodale.
All’udire la voce del Padre, «i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: “Alzatevi e non temete”. Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo» (Mt 17,6-8). Ecco la seconda indicazione per questa Quaresima: non rifugiarsi in una religiosità fatta di eventi straordinari, di esperienze suggestive, per paura di affrontare la realtà con le sue fatiche quotidiane, le sue durezze e le sue contraddizioni. La luce che Gesù mostra ai discepoli è un anticipo della gloria pasquale, e verso quella bisogna andare, seguendo “Lui solo”. La Quaresima è orientata alla Pasqua: il “ritiro” non è fine a sé stesso, ma ci prepara a vivere con fede, speranza e amore la passione e la croce, per giungere alla risurrezione. Anche il percorso sinodale non deve illuderci di essere arrivati quando Dio ci dona la grazia di alcune esperienze forti di comunione. Anche lì il Signore ci ripete: «Alzatevi e non temete». Scendiamo nella pianura, e la grazia sperimentata ci sostenga nell’essere artigiani di sinodalità nella vita ordinaria delle nostre comunità.
Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo ci animi in questa Quaresima nell’ascesa con Gesù, per fare esperienza del suo splendore divino e così, rafforzati nella fede, proseguire insieme il cammino con Lui, gloria del suo popolo e luce delle genti.
Roma, San Giovanni in Laterano, 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo
FRANCESCO
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8° Incontro regionale dei sacerdoti anziani e ammalati – 15 settembre 2022
Giovedì 15 settembre 2022 i Vescovi lombardi, riuniti per il consueto incontro della Conferenza Episcopale Lombarda presso il Santuario di Caravaggio, desiderano incontrare, per l’ottava volta, i sacerdoti anziani, ammalati, disabili delle loro diocesi per un momento di amicizia, condivisione e preghiera.
Questa giornata è da otto anni una tradizione consolidata che ci caratterizza e ci riempie di gioia e senso di appartenenza!
I Sacerdoti interessati a partecipare posso contattare la propria Sottosezione di appartenenza o la Sede Regionale.
PROGRAMMA:
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Roberto Curti, segretario regionale, ci precede nella Lourdes celeste
In punta di piedi come suo stile per non disturbare, Roberto Curti, segretario regionale, ci precede nella Lourdes celeste
Questa mattina, dopo una breve e fulminea malattia, ci ha lasciato il nostro Roberto Curti; un volontario unico nella nostra Associazione, per tanti anni stretto collaboratore di Gianfranco Rainoldi alla sottosezione di Milano, poi Presidente dell’Unitalsi Milano Nord Est e per undici anni segretario della nostra Sezione Lombarda.
Questo intendesi la presenza del barelliere Roberto Curti come lui abitualmente si definiva, anche nel suo ruolo di segretario, con compito negli ultimi anni a causa della pandemia diventato sempre più gravoso, infatti Roberto era diventato anche la voce della segreteria dell’Unitalsi Lombarda.
Nella malattia che l’ha colpito pochi mesi fa aveva coordinato tutte le elezioni di sottosezione e quelle per il rinnovo regionale; solo dieci giorni fa dall’ospedale di Monza mi disse: “Vittore faccio le consegne perché ho qualche problema di salute”. Poche parole che sono state il suo congedo dalla nostra Associazione che ha portato con la moglie Piera nel cuore.
Roberto con Piera erano anche membri titolare dell’Hospitalité ND Lourdes.
Credo che ognuno di voi abbia un ricordo suo personale di Roberto anche per chi scrive oggi non e’ facile testimoniare in questo momento la “grazia” che abbiamo avuto come dono della presenza di un fratello unitalsiano che ha testimoniato con la propria vita il bene verso gli altri, in modo particolare verso gli ammalati, quel bene che ogni giorno metteva nelle mani di Maria che stamani lo ha accolto in cielo.
Vittore De Carli Luciano Pivetti e tutto il Consiglio Regionale
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Giuseppe Romani ci ha lasciato dopo una lunga malattia
Fino pochi mesi fa é stato presidente della sottosezione di Magenta-Rho
“Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”. Mai parole come quelle di San Paolo a Timoteo sembrano essere più appropriate per raccontare in poche righe il senso dell’esistenza di Giuseppe Romani che, nel pomeriggio di lunedì 13 giugno, ha terminato la sua “corsa”. Una “buona battaglia” combattuta anche per la sua Unitalsi, nella quale era entrato nel 1994, prima validissimo barelliere, poi Presidente della Sottosezione Magenta-Rho nel periodo 2016-2021.
Giuseppe possedeva doti umane che lo rendevano amabile agli occhi di tutti; sapeva risolvere situazioni complesse, senza mai abbandonare pacatezza d’animo.
Ha gestito ogni momento della sua vita unitalsiana con serietà, passione, pazienza, meticolosità e precisione: precisione e pazienza che derivavano dalla sua arte di orologiaio. Concepiva e gestiva anche gli impegni unitalsiani come fossero ingranaggi meccanici di quegli orologi che, con maestria, riparava: ogni componente doveva occupare il suo posto ed essere in armonia con le altre parti.
Ci mancherai Giuseppe, uomo dall’animo buono e generoso. Ci mancherà il tuo sorriso bonario.
Adesso guidaci dall’Alto, proteggi la tua famiglia e la tua UNITALSI, che hai tanto amato.
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Papa Francesco e il Cinema: “Scuola di umanità”
Racconti, curiosità e aneddoti di Monsignor Dario Edoardo Viganò, il cineasta del Papa
Venerdì 17 giugno 2022 – ore 20 – Auditorium BCC Milano “don Enrico De Gasperi” a Carugate
Milano, 13 giugno 2022 – In occasione della pubblicazione del Bilancio Sociale 2021, sintesi dell’attività mutualistica svolta dalla Banca, venerdì 17 giugno 2022 alle ore 20, BCC Milano organizza un evento inedito a ingresso libero con un ospite d’eccezione, Monsignor Dario Edoardo Viganò, Vice Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e delle Scienze Sociali.
Padrone di casa il Presidente di BCC Milano Giuseppe Maino, che illustrerà brevemente il Bilancio Sociale 2021 della Banca per poi lasciare spazio alla narrazione. Nella cornice dell’Auditorium “don Enrico De Gasperi” di BCC Milano a Carugate, Mons. Viganò racconterà, attraverso foto e video esclusivi, il rapporto del Papa con il Cinema e aneddoti personali dell’esperienza vissuta a fianco del Pontefice più “mediatico” della storia della Chiesa.
Mons. Dario Edoardo Viganò, in passato è stato chiamato da Benedetto XVI alla guida del Centro Televisivo Vaticano. Proprio per la sua grande esperienza nel settore della comunicazione ha ricevuto da Papa Francesco l’incarico di realizzare una radicale riforma e riorganizzazione dei media vaticani. Insegna presso l’Università telematica internazionale Uninettuno ed è esperto cineasta e critico cinematografico di fama internazionale. Fautore dell’uso crescente del cinema documentario nell’evangelizzazione globale è l’ispiratore del documentario di Wim Wenders Papa Francesco, un uomo di parola. Autore di brillanti saggi sul Cinema e la Chiesa, ha recentemente pubblicato un volume dal titolo: Lo sguardo: porta del cuore. Il neorealismo tra memoria e attualità (Effatà Editrice, 2021) che contiene tra l’altro un’originale intervista al Papa. Nel 2021 è stato autore della rubrica televisiva Le ragioni della Speranza, all’interno del programma di Raiuno A sua immagine, nel corso della quale ha intervistato importanti protagonisti del grande schermo.
L’evento, in linea con l’impegno sociale della Banca, occupa un posto di rilievo nel calendario di iniziative organizzate da BCC Milano sul territorio. Infatti, in uno scenario caratterizzato da grandi necessità e poche risorse, acquisisce particolare rilevanza l’attività mutualistica svolta dalle Banche di Credito Cooperativo in favore delle comunità locali. Il Bilancio Sociale 2021 evidenzia la scelta strategica di BCC Milano di investire nello sviluppo sostenibile del territorio come fattore di crescita economica, sociale e culturale.
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Gita della Sottosezione di Merate – Giovedì 2 giugno 2022
Giovedì 2 giugno 2022, l’U.N.I.T.A.L.S.I. Sottosezione di Merate ha finalmente potuto effettuare una gita aperta ai soci e simpatizzanti.
Dopo due anni di fermo ci siamo recati a visitare la bellissima cittadina di Lodi, una bellissima cittadina a misura d’uomo, ricca di piccole bellezze artistiche come la Chiesa di S. Francesco e il Tempio dell’Addolorata.
Dopo una visita del Centro Storico abbiamo assistito alla Santa Messa proprio al tempio dell’addolorata, al termine del quale ci siamo recati in aperta campagna lodigiana per un buonissimo pranzo in mezzo alla natura.
Al ritorno nel pomeriggio abbiamo fatto tappa all’Abbazia di Chiaravalle, dove due bravissime guide ci hanno accompagnato per la visita della Chiesa, anch’essa ricca di opere d’arte e del chiostro, qui vivono ancora una ventina di monaci cistercensi che scandiscono le ore della giornata con la preghiera orante, al termine abbiamo fatto ritorno a casa.
Un grazie di cuore agli organizzatori nella speranza che, il peggio sia passato e che si possa riprendere a fare queste bellissime giornate in compagnia dei nostri Amici diversamente abili e non.
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Casa di accoglienza “Fabrizio Frizzi”, un sogno che diventa realtà
MILANO – Non è un mattone qualsiasi quello che è stato benedetto dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini e posato all’erigenda Casa di accoglienza Fabrizio Frizzi che l’Unitalsi Lombarda sta realizzando nel quartiere Ortica di Milano. È un mattone della Porta Santa del Giubileo della Misericordia, donato da Papa Francesco per questo luogo destinato ad accogliere i genitori dei bambini in cura, lontano da casa, negli ospedali milanesi. Una cerimonia semplice quella di stamattina in via Amadeo 90, a fianco del Santuario della Madonna delle Grazie, che ha visto la presenza oltre che dell’arcivescovo di Milano, del sindaco Giuseppe Sala, del presidente di Bcc Milano Giuseppe Maino e di don Stefano Venturini, responsabile della comunità pastorale Lambrate-Ortica. Per don Venturini la casa di accoglienza è simbolo della «Chiesa ospedale da campo» che ha visto per la sua realizzazione l’intervento di tanti aiuti diversi: dall’immobile in ristrutturazione donato per 20 anni dalla Curia di Milano, alle donazioni di tanti, in particolare i Soci della Banca di Credito Cooperativo, il Cav. Ernesto Pellegrini e lo stesso Vittore De Carli che ha donato tutti i proventi derivanti dalla pubblicazione del suo libro “Dal Buio Alla Luce con la Forza della preghiera” edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Lo stesso De Carli nel suo intervento ha sottolineato come questa casa di accoglienza sia frutto di una storia di “dono”, anzi di tanti doni: da quello della vita a quello della fede, dall’amicizia alla scrittura: «Tutto nasce dal libro, nel quale racconto la mia esperienza di malattia e il cammino verso la guarigione. Questo testo, con l’aiuto di alcuni amici, diventa il primo volano per promuovere l’iniziativa a livello regionale e per una raccolta di fondi da privati», ma c’è anche i dono della gioia «tutti insieme festeggiamo questo traguardo con la partecipazione simbolica di papa Francesco che per l’occasione, oltre ad averci donato la “prima pietra”, ci ha inviato il suo messaggio augurale». Papa Francesco ha esortato i volontari di Unitalsi con queste parole: «Non perdere mai la forza di rispondere ai bisogni veri e concreti delle donne e degli uomini che incontrate nella vostra vita. E rispondere al bisogno di una casa accogliente perché i genitori possano vivere la cura dei propri figli ricoverati nelle strutture sanitarie è oggi, in un contesto di precarietà e nuove povertà, una testimonianza dell’amore di Gesù per i più poveri». Da parte sua monsignor Delpini ha ricordato come l’alleato di questa opera buona sia Dio «senza il Signore non possiamo fare nulla che possa resistere» e riferendosi alla casa di accoglienza ha sottolineato come questo «sia un piccolo segno di attenzione, come tanti altri, di fronte a un immenso bisogno. Ogni piccolo segno è come una piccola luce nella notte, un punto di riferimento che aiuta a trovare un luogo in cui si aprono le porte a chi viene a bussare». Per il sindaco Sala nell’opera in costruzione si incarna lo spirito milanese «del fare un passo alla volta», ma soprattutto in tempi così tragici come gli attuali «è consolatorio sapere che nascono questi semi». Non è mancato poi un riferimento al quartiere dell’Ortica «dove non manca l’ottimismo». Il Presidente di BCC Milano Giuseppe Maino ha infine il contributo dei Soci della Cooperativa di Credito nella realizzazione del progetto. «Insieme siamo impegnati a trasformare le risorse finanziarie prodotte dall’attività bancaria in benessere per le persone, per le comunità locali e per i territori. Non si tratta di un gesto inconsapevole, né di un contributo scontato, è invece l’espressione di una coscienza collettiva orientata al bene comune.» Alla cerimonia era presente anche l’architetto Sara Ugazio che sta curando la ristrutturazione dell’immobile e che ha illustrato i lavori e le accortezze che saranno utilizzate per rendere l’accoglienza delle famiglie e dei bambini in cura la più sicura possibile anche in considerazione della fragilità dei piccoli malati oncologici.
Posa della prima pietra (da sinistra Giuseppe Maino presidente Bcc Milano, Mons Mario Delpini arcivescovo di Milano, Giuseppe Sala sindaco di Milano e Vittore De Carli)
Un momento della presentazione
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Rinnovo delle cariche associative regionali – Il nuovo Consiglio della Sezione Lombarda
Sabato 26 marzo 2022 si sono svolte a Milano presso la sede di via Labus 15 il rinnovo delle cariche associative regionali. Il nuovo Consiglio della Sezione Lombarda è cosi composto.
Presidente: Luciano Pivetti
Consiglieri: Elena De Silvestri, Giovanni Facchini Martini, Carlo Bosatra, Marco Maggi, Stefano Verga.
La Vergine Maria accompagni il loro cammino e vegli sempre su di loro.
Buon lavoro
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Giornata del Malato celebrata dal Vescovo di Cremona all’Ospedale Oglio Po di Casalmaggiore
Mons. Napolioni ha presieduto la Messa nella cappella della struttura di Vicomoscano (Casalmaggiore), dove ha poi visitato i malati nei reparti
Dame e barellieri dell’Unitalsi hanno accompagnato i malati nelle prime file della cappella dell’ospedale Oglio Po di Vicomoscano (Casalmaggiore); con gli schermi nei corridoi e attraverso la diretta televisiva nelle stanze dei reparti, operatori sanitari e malati hanno partecipato alla Messa presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni.
Benedicendo l’acqua all’inizio dell’Eucaristia, il Vescovo ha ricordato la memoria liturgica della Madonna di Lourdes, che da 30 anni, ogni 11 febbraio, è occasione per celebrare la Giornata del Malato, la cui celebrazione in diocesi, quest’anno, è stata posticipata di alcuni giorni per la concomitanza della Visita pastorale e per non rinunciare all’incontro diretto con la comunità dell’ospedale. «In diversi luoghi in cui Maria è apparsa – ha osservato monsignor Napolioni – è sgorgata una fonte che ci dice che il deserto fiorirà, che la sete dell’uomo verrà saziata, che Lui è davvero verità, vita e strada».
A concelebrare l’incaricato diocesano per la pastorale della Salute don Maurizio Lucini, il cappellano dell’ospedale Alfredo Assandri, il vice cappellano don Maurizio Germinasi, il Superiore dei frati minori cappuccini del Santuario della Beata Vergine della Fontana padre Francesco Serra, don Cesare Castelli, collaboratore parrocchiale di Casalmaggiore, don Mario Martinengo, collaboratore parrocchiale di Bozzolo e San Martino dell’Argine e il diacono Luigi Lena.
Nella sua omelia monsignor Napolioni riflette sulla Parola e sulla vicinanza del Vangelo alle fragilità concrete della vita: «Siamo chiamati a metterla in pratica – ha detto – non è uno spettacolo da osservare da lontano, è realtà». Una realtà raccontata nell’episodio evangelico della guarigione del cieco di Betsaida: «Nel tempo Gesù Risorto ha continuato ad attuare questa scena di incontro e di guarigione di chi è stato portato a lui per i suoi bisogni più profondi».
Ed è la Chiesa – ha poi proseguito l’omelia – intesa nel suo senso più ampio a rendere presente questa azione di Cristo: «Saremo giudicati sull’amore concreto, su come avremo accolto le fragilità nostre e dei fratelli – ha ricordato il Vescovo – Le mani di Gesù che toccano un malato sono quelle dei medici, infermieri, famigliari, amici… Poi sono anche quelle consacrate di chi assolve dai peccati e dona l’Eucaristia, ma non dobbiamo mai separare rigidamente le cose degli uomini dalle cose di Dio, né confonderle arbitrariamente. C’è un ordine, un’armonia: c’è il momento della preghiera e quello della scienza, c’è il bisogno di chi si prende cura del nostro corpo e quello di chi ci aiuta a cogliere il senso ultimo della fragilità della vita affidandoci a Dio senza paura».
Continuando nella lettura della pagina evangelica, il Vescovo ha dunque sottolineato come ci sia una comunità, una famiglia, che conduce il cieco da Gesù: «Non vale forse per tutti noi che a volte siamo ciechi nello spirito? A questo mondo a volte accecato da luci artificiali e trappole? Eppure qualcuno ci porta da Gesù. Gesù è disponibile ad incontrarci, sta anche ai cristiani non impedire questo incontro, non ostacolarlo».
Soprattutto, ha concluso, di fronte alla fragilità e alla malattia: «Il momento della crisi può essere provvidenziale, il momento della malattia può riscattare una vita se ci permette di andare incontro al Signore e accoglierne la Grazia».
Concludendo la sua riflessione il Vescovo ha poi richiamato un’espressione contenuta il Messaggio scritto da Papa Francesco per la Giornata mondiale del malato 2022: «“Toccare la carne sofferente di Gesù”. Anche l’esperienza della pandemia ci insegna, lo ha insegnato anche a me durante i giorni del ricovero: è Cristo che si prende cura di Cristo; è Cristo nel curante ed è Cristo nel malato. Siamo tutti parte di un unico mistero che si compie nel cuore di Dio: umanità fragile, ma benedetta, amata e custodita, purché ciascuno facendo la sua parte sia testimone nel mondo che c’è speranza perché c’è cura anche delle membra più deboli della comunità»
Prima della benedizione il Vescovo ha reso omaggio alla statua della Vergine Immacolata, pregando con la preghiera della Giornata del Malato per l’affidamento in particolare di ammalati, infermi, persone sole e anziane e tutti gli operatori sanitari.
Infine un momento cordiale con il saluto Rosario Canino, direttore sanitario dell’Asst di Cremona, a nome della Direzione strategica, con un messaggio di gratitudine al Vescovo per la sua presenza e «a tutti gli operatori sanitari e ai volontari per tutto quello che hanno fato in questi anni. Dobbiamo essere orgogliosi – ha concluso Canino – per quanto è stato fatto».
Prima della conclusione spazio anche a due doni significativi al Vescovo da parte del personale dell’Oglio Po: una fotografia ispirata al tema della natività scattata dal biologo dell’ospedale Oglio Po Paolo Mangoni e una raccolta poesie di Anna, una Oss che da trent’anni lavora nella struttura di Vicomoscano.
Angela Bigi, a nome della cappellania dell’ospedale, ha poi presentato il progetto “Adotta un malato o un anziano”, attraverso cui un gruppo di volontari si impegna ad effettuare almeno una telefonata a settimana a persone malate o anziani soli che lo chiederanno anche dopo la dimissione dall’ospedale. Un segno di vicinanza e cura per le fragilità sottolineato da monsignor Napolioni che lo ha collegato alla proposta avanzata dalla Diocesi per la Quaresima della Carità, che prevede il dono di un pasto domenicale proprio per chi vive nella solitudine: «Sono gesti – ha commentato – per uscire dal guscio della solitudine, della chiusura, della paura… facendo passi gli uni incontro agli altri»
Dopo la Messa, con il cappellano don Alfredo Assandri, accompagnato dal direttore Canino e da Angela Bigi, il Vescovo ha visitato i reparti di Dialisi, Pronto Soccorso, Cardiologia, Terapia intensiva e Chirurgia, per un incontro con gli operatori e portare un sorriso e una parola di vicinanza e di conforto ai malati che lo hanno accolto nelle loro stanze.
Fonte: TeleRadio Cremona Cittanova e diocesidicremona.it
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